Gli amici di Salvini #Emilioresisti

Articolo antifascista a caldo

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Emilio, 49 anni, militante di sinistra del centro sociale autogestito Dordoni di Cremona, è in coma, con la testa spaccata in due, in serio pericolo di vita. Si è ridotto così in seguito ad un’aggressione da parte di un nutrito gruppo di fascisti (circa 60) affiliati a Casapound, che avevano dato l’assalto al CSA per motivi al momento sconosciuti.
Per quanto possa essere completamente inutile, voglio esprimere la mia vicinanza ai suoi familiari, ai suoi amici e a tutti i compagni del CSA cremonese.

Questi link qui sotto riportano una cronaca dei fatti sulla base delle notizie che sono passate fin’ora. Altre fonti parlano di forte tensione in città con forte dispiegamento di forze dell’ordine, tuttavia non leggo (ora,alle 2.50) di arresti o quant’altro da parte della polizia.
il report da ilfattoquotidiano.it
il report da radio onda d’urto

Nel frattempo, da altre parti, si leggono le solite variopinte balle.

Balle d’informazione: “disordini nel dopopartita fra tifosi di Cremonese e Mantova”. E’ la questura ad escludere nettamente l’ipotesi,specificando che si tratta di un’aggressione puramente di tipo politico, con un gruppo di persone distaccatasi dal grosso dei tifosi al termine della partita per recarsi verso il Dordoni. Se c’è violenza,o son ultras o son rumeni, fascisti mai.

Balle da coda di paglia: Ecco il comunicato di Casapound nazionale in seguito agli avvenimenti
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Uno sproloquio totale su un fantomatico blocco rosso che va dai CS fino a Renzi (!) che alza il livello dello scontro. Il tutto,dopo una spedizione punitiva (con ogni probabilità,premeditata) che rischia di mandare all’altro mondo un uomo. Si consiglia ripasso “sulla strategia della tensione”.

Testimoni oculari riferiscono la presenza alla scampagnata di Gianluca Galli, coordinatore di Casapound a Cremona e già loro candidato sindaco. Un profilo istituzionale alto, infatti il buon Galli ci tiene ad apparire come politico che non ha problemi a sporcarsi le mani con questione spinose. O con spranghe arrugginite.

E parliamo un attimo del punto “politico”. Casapound la conosciamo tutti, ormai. Da anni si è organizzata a livello nazionale, e ha subito costituito un richiamo naturale per tutti i fascisti e simpatizzanti, specialmente giovani, da tempo orfani di un’organizzazione cameratistica e politicizzata che rispondesse ai cari, vecchi impulsi d’appartenza. Ripulirsi l’immagine da anni di legnate tra piazza e curva nord, per quanto impresa ardua è riuscita grazie alla degradazione totale dello scenario politico e sociale del paese. Infatti, dopo alcuni flop clamorosi (tipo il movimento dei forconi) l’onda della ribalta definitiva per Casapound è arrivata prima con la manifestazione di Milano contro gli immigrati, benedetta da Matteo Salvini, poi in seguito ai fatti di Tor sapienza, con le manifestazioni antimmigrati a Roma,dove si è massicciamente dispiegata nei quartieri periferici della capitale con presidi e cortei. Peccato per quell’imprevisto dell’inchiesta “Mafia Capitale”.

Salvini,già . Salvini ha come collaboratori personali membri di Casapound, ha più volte speso parole al miele verso il “movimento”, e lo ha esplicitamente imbarcato sul carrozzone in salsa lepenista che sta allestendo, insieme a vecchi rottami dell’MSI, mine vaganti del NCD e di Silvio e i soliti personaggi del centrodestra laziale, che son sempre stati più di destra che di centro e con Salvini potrebbero tornare a manifestarlo senza problemi. Per il Matteo verde questo “blocco nazionale” sarebbe la testa di ponte ideale per dilagare elettoralmente al Sud, risolvendo quella contraddizione leghista di voler esser un partito nazionale fondato sul “fora i negher” ma con forte localizzazione regionale fondata sul “fora i terùn”.

Ecco, questa è la premessa. Da qui dovrebbe partire la discussione, su come questi bamboccioni, che hanno senso dell’onore nel rapporto di 20 a 1, per quanto insistano a voler sembrare dei giovani patrioti con tendenze intellettuali ma vicini alle esigenze della gente, siano sempre e solo i soliti picchiatori di strada. O su come a livello politico-nazionale l’antifascismo sia diventato una parola vuota, dato che nessuno si scandalizza più se un aspirante premier si fa scortare da affiliati a gruppi fascisti. O, ancora, su come una coalizione “nazionale” antieuropeista non sia altro che un’operazione di riciclaggio di massa: per la Lega, che deve lavarsi via 20 anni di furti al governo con Berlusconi, per i picchiatori fascisti, che devono lavarsi via la fedina penale e quella brutta nomea che si porta dietro il termine “fascista”, per i soliti voltagabbana “destri”, che un posto in qualche consiglio lo devon pur trovare per vivere.

Ma in questo momento, per me la discussione è in secondo piano. Sono convinto che per molti compagni non è così, che loro ritengano giusto tenere ben alto il punto politico della situazione, con una decisa e rapida mobilitazione antifascista.

Ma io sono un sentimentale,e ora non ho voglia di discutere. Perchè leggo di un uomo spedito tra la vita e la morte da un manipolo di squadristi fascisti. Ma ognuno di noi poteva essere al suo posto, e la cosa fa paura. Non è semplice violenza: è terrore nero.

Dai Emilio.