Pensieri dell’alba – Sono comunista per forza

Essì. Una lunga analisi di 7 minuti (ma stavo al buio nel dormiveglia quindi potrebbero essere di più o di meno) mi ha portato a questa conclusione. Il mio esser “sinistro”, “rosso”, “movimentista”, “autonomo” ecc. ecc. (sintetizziamo in bolscevico) è una forzatura dovuta alla congiuntura storico-economica e a fatti di vita vissuta. La verità è che sono intimamente socialdemocratico, per educazione familiare e per contesto sociale d’infanzia. L’illusione visionaria è quella di uno Stato sociale efficiente, di un’etica politica ferrea, di una democrazia partecipata pluralista e capace di portare a sintesi le diatribe, di un’economia a larga partecipazione pubblica per fini sociali. Già.
Ma dato che tutto questo, più che un sogno il quale uno può pure sperare di realizzare, è sostanzialmente un inganno utopistico, io sono bolscevico. Perché sono stato spinto verso il basso, sono stato proletarizzato. E pure se facciamo un compromesso (visto come son socialdemocratico?) e mettiamo sul piano dell’utopia sia la “lotta di classe vittoriosa” che “lo stato sociale democratico”,  il proletariato, parimenti malmenato dalle distorsioni delle due visioni, non può che schierarsi con quella più rivoluzionaria, più radicale, persino più violenta. Perché ci han mandato in fondo e nella disperazione non ci resta che la lotta.

Io sarei socialdemocratico per amore, ma sono comunista per forza. Perché il disprezzo di classe me lo ha insegnato la borghesia.

Vado decisamente a fare il caffè.