Pensieri dell’alba: L’oclocrazia italiana – Viva gli Asburgo!

Ragionamento scollegato della notte: come per tutte le nazionalità,anche sugli italiani si sprecano i luoghi comuni. Tuttavia,il pizza-mafia-mandolino vede ormai prevalere nettamente la mafia,accompagnata da malaffare e razzismo,come idea qualunquista che di noi si ha all’estero. Il problema è che noi stessi percepiamo come vera questa nostra immagine,e i fatti sono lì,ogni volta,a ricordarci quanto sia maledettamente vera. Quindi ci dividiamo secondo due orientamenti: o sviluppiamo un’intensa esterofilia (non ricambiata e talvolta malriposta),oppure di contro diamo sfogo a un nazionalismo becero,che riesce ad essere contemporaneamente antitedesco,antimusulmano,antiterrone e anticomunista (nota bene: il fascismo sansepolcriano aveva all’incirca gli stessi caratteri).

 

Ragionamento scollegato del mattino: Oclocrazia,dal greco óchlos, “moltitudine”, “massa”, e  -kratía, “potere”. Più propriamente,potere della feccia. Ultimo stadio della cosiddetta anaciclosi,l’evoluzione ciclica dei regimi politici per gli antichi greci,l’oclocrazia era la forma di governo conseguente alla degenerazione del regime democratico.
La Repubblica Italiana ora ha un sistema di governo oclocratico. O quantomeno,ci sta scivolando. E’ palese. E non solo per il dilagante malgoverno sempre in bilico tra l’incompetenza e la corruzione,ma anche per l’evidente disintegrazione del “popolo” nell’accezione costituzionale del termine. Il popolo sovrano,il popolo lavoratore,summa della collettività politicamente organizzata,non esiste più. E’ stato sostituito da una massa di cittadini-consumatore avente diritto di voto,che scelgono in termini di domanda-offerta,percepiscono la politica come una campagna elettorale/spot e rifuggono dall’analisi politica in qualsiasi sua forma,trovando più rassicuranti gli “slogan” dei “leader”.

 

Sistesi: l’esterofilia e l’ultranazionalismo sono due facce della stessa medaglia,quella dell’abdicazione democratica. La democrazia italiana riesce ad esprimere oramai solo queste due linee politiche,che entrambe sono deleghe in bianco per il suo funerale. Deleghe in un caso da consegnare a “l’Europa” (o meglio,al sistema burocratico che aspira a governare l’economia euroccidentale,altro che il gosplan sovietico),nell’altro al “noeuro” (in salsa leghista o grillina). Entrambe parole buttate lì poco più che a caso,chiamate a nascondere l’incapacità di elaborare un qualsivoglia modello politico,o detto più semplicemente,l’incapacità di saper cosa fare con il potere (apparte ingrassare,azione che pure per assonanza si associa meglio ad un regime oclocratico che a uno democratico).

 

Postilla: lo stato della democrazia nel mondo non è tanto migliore di quella italiana. Forse avevano ragione i greci sulla ciclicità dei regimi politici. D’altronde la democrazia si basa sul presupposto che il singolo è limitato,ma un’unione di singoli può con una sistesi delle competenze di tutti cercare la soluzione migliore. Presupposto che la distorsione progressiva della democrazia rappresentativa ha mandato in pezzi.

 

Contropostilla: quanto scritto nel ragionamento scollegato della notte ovviamente vale anche per me,che penso che noi italiani siamo troppo pigri per stabilizzare un regime democratico,e vi siamo riusciti finora solo a causa della guerra mondiale prodotta da un regime antitetico a quello democratico (nota per i distratti: il fascismo),il ricordo della quale era ben impresso nelle generazioni che hanno costruito la democrazia italiana,ma che ora è ormai svanito.
Per l’anacliclosi dei greci,la degenerazione della democrazia finirà per far ripartire il ciclo,restaurando una forma monarchica di governo. Perciò,considerando che una dinastia non nasce dall’oggi al domani,e la storia (e la cronaca mondana) hanno spazzato via le casate italiane,non c’è che d’aspettarsi la rinascita della buona e vecchia monarchia austro-ungarica,che vantava diritti e pretese su mezza Italia.

 

Quindi,Viva gli Asburgo!

vado a fare il caffè.

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